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Sandro Pertini1Sono passati quarant'anni da quando l'8 luglio 1978, dopo un complesso confronto tra le forze politiche, Sandro Pertini fu eletto alla massima carica dello Stato. Quattro decenni, eppure il suo ricordo è ancora vivissimo. Il nostro comune già da tempo ha provveduto ad onorarlo intitolando al suo nome un centro polifunzionale e il piazzale dove è ubicato. Sulla facciata del Centro l'Amministrazione ha voluto a suo tempo apporre una targa che lo ricorda.

 

Uomo politico popolarissimo già prima dell'elezione, benché già ottantenne, Sandro Pertini riuscì ad affrontare con successo un settennato difficile e travagliato che iniziava a pochi giorni dall'atroce assassinio di Aldo Moro e seguiva le forzate (e inedite) dimissioni del suo predecessore Giovanni Leone, travolto dalle circostanze politiche e da presunti scandali che ne minarono l'immagine.
Molti ricordano l'atmosfera cupa di quei giorni e il sospiro di sollievo collettivo al momento della sua elezione. Ci vollero 16 scrutini per trovare l'accordo sul suo nome, i competitori erano anch'essi personaggi prestigiosi e degni della carica, ma in compenso i suoi 832 voti (su 995) rimangono tutt'ora insuperati.

 

Di Presidenza della Repubblica, Attribution, via Wikipedia

Ma chi era Pertini e perché gli italiani tirarono un sospiro di sollievo? Lo conoscevano tutti, per due legislature aveva presieduto da par suo la Camera dei Deputati, regolarmente eletto al primo posto della lista socialista nella circoscrizione ligure ma, soprattutto, il coraggio con cui aveva affrontato il carcere fascista, l'esilio e i diciotto mesi di lotta partigiana, esposto al continuo rischio della vita, parlavano per lui. "... Non mi associo quindi a simile domanda perché sento che macchierei la mia fede politica che più d'ogni cosa, della mia stessa vita, mi preme". Un uomo capace di rifiutare la richiesta di grazia avanzata dalla madre con queste parole, sembrava il più adatto ad affrontare quella che altri definirà "la notte della Repubblica". E capace lo fu davvero, sottoponendosi ad una attività infaticabile di "contatto" e di "dialogo" con il popolo italiano e riuscendo, dall'alto del suo inattaccabile prestigio, a dare nuovo vigore alle istituzioni repubblicane che stavano illanguidendo strette tra la minaccia terroristica e la crisi economica. Per molti era una gioia incontrarlo o anche solo ad assistere al suo passaggio. Gl'italiani si riconoscevano nelle sue collere tempestose (per le quali andava famoso) e nelle rampogne che distribuiva copiosamente.

Pertini, Bearzot, Causio. Zoff 1982, Di ignoto - Alitalia, storia (in bianco e nero e a colori) di un Paese, corriere.it., Pubblico dominio, via Wikipedia

L'apoteosi della popolarità la raggiunse esultando come un ragazzo ad ogni gol degli azzurri durante la finale della Coppa del Mondo '82 a Madrid. Protocollo e cerimoniale infranti davanti ad un esterrefatto Juan Carlos e ad un annichilito cancelliere tedesco. Come era inevitabile molte leggende sono fiorite intorno alla sua figura. La realtà è che se il novecento italiano ha avuto un "eroe" omerico, questi non può che essere Sandro Pertini.