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Messaggio di avviso

"Un sentito  ringraziamento a quanti sono intervenuti contribuendo a dare significato a questa importante Giornata.

Desidero ringraziare in particolare il Direttore delle ville Pontificie Osvaldo Gianoli, per aver permesso ancora una volta alla cittadinanza di attraversare i giardini vaticani, confermando in questo modo il forte legame che da sempre unisce Le Ville Pontificie al territorio di Castel Gandolfo, un legame che da oltre 400 anni è per noi fonte di orgoglio.

Grazie a Suor Iolanta e alle suore di Propaganda Fide per averci permesso di ricordare i nostri morti proprio nel luogo dove avvenne il bombardamento e grazie all’Amministrazione di Albano Laziale, con la quale da anni condividiamo le manifestazioni del ricordo in entrambi i nostri comuni,

Grazie ad Ada Scalchi, Presidente dell’Associazione Vittime del bombardamento di Propaganda Fide, ai ragazzi che con la loro tromba hanno reso più solenne il nostro ricordo, ai parroci Don Umberto e Don Enzo, ai carabinieri in servizio ed in congedo, agli alpini,  ai bersaglieri, alla protezione civile, ai vigili e tutti i presenti.

 

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Anniversario bombardamenti Propaganda Fide, 10 febbraio 2019 - Foto di Arnaldo Molinari

Guarda la fotogallery della Giornata del Ricordo a Castel Gandolfo

 

Anche se per accadimenti diversi, oggi è la giornata del ricordo per Castel Gandolfo e per l'Italia tutta. Per una strana coincidenza della storia infatti oggi ricordiamo sia gli orribili effetti della guerra e dell'odio vissuto dalla nostra comunità che dalle popolazioni dell'Istria, Fiume e Dalmazia.

Castel Gandolfo ed Albano oggi ricordano la pagina più buia della loro storia: dopo lo sbarco di Anzio Papa Pio XII spalancò le porte della Villa Pontificia, dichiarata zona neutrale, a circa 12.000 persone soprattutto castellane e albanensi che vi trovarono ospitalità.

Questo gesto d’amore fu purtroppo reso vano da quello vile e barbaro di chi decise il bombardamento di questi luoghi.

Il 10 febbraio del 1944 il Convento di Propaganda Fide fu sventrato dal bombardamento, proprio dove ci troviamo ora, e la sera centinaia di morti furono accatastati nel suo cortile, dove il giorno prima i bambini giocavano.

Ed oggi è anche la Giornata del Ricordo, istituita per tenere viva la memoria delle vittime della dittatura comunista di Tito nel secondo dopoguerra sul confine orientale, e dell'esodo degli istriani, fiumani e dalmati dalle loro terre. Le proporzioni esatte della tragedia, ancora oggi, non sono certe, ma si stima che gli esuli italiani costretti a lasciare le loro case siano stati almeno 250mila con circa 20mila vittime. Diverse migliaia tra queste hanno perso la vita all’interno delle foibe: profonde cavità naturali tipiche delle aree carsiche, dove venivano abbandonati i corpi dei giustiziati. I condannati venivano legati l'uno all'altro con un lungo fil di ferro stretto ai polsi e disposti lungo gli argini delle foibe. A quel punto i membri delle milizie titine erano soliti sparare solo ad alcuni di loro, che una volta colpiti cadevano nelle grotte portandosi dietro l'intera fila. In molti sono morti, tra crudeli sofferenze, dopo giorni ammassati sui cadaveri degli altri condannati per la sola colpa di essere italiani.

 

Per dare il giusto senso al nostro ricordo quella che stiamo vivendo oggi non deve essere una semplice commemorazione, ma una memoria attiva, che mira al futuro. Atroci crimini senza giustificazioni non dovranno esserci mai più. Tutti noi abbiamo il dovere di contribuire ad un mondo senza guerre, per i morti che oggi ricordiamo e perche non ve ne siano più. Possiamo farlo, difendendo con il nostro agire quotidiano i valori della pace e del rispetto della diversità. E molto può e deve fare la politica dei singoli stati e L'Europa unita.

In particolare l’Europa, nata dai fili spinati della guerra con l'ideale di essere un faro di diritti, libertà, pace e democrazia, deve oggi essere unita e forte contro il riarmo, l'individualismo, l'autoritarismo.

Il senso più vero della giornata del ricordo delle atrocità del passato è che possa servire alle nuove generazioni come monito a non commettere gli stessi errori che le hanno causate.


Grazie ancora a tutti!"

 

Milvia Monachesi

Sindaco di Castel Gandolfo