Contenuto principale

Messaggio di avviso

intervista RVT SloneijaDa meta religiosa con Benedetto XVI a meta turistica con Papa Francesco
Il Sindaco Alberto De Angelis intervistato a RTV Slovenija racconta come è cambiato Castel Gandolfo in questi dieci anni

“Fino alle otto di questa sera sarò il Sommo Pontefice, poi non lo sarò più. Sono semplicemente un pellegrino che inizia l'ultima tappa del suo pellegrinaggio in questa terra”. Era il 28 febbraio di 10 anni fa e affacciato dal Palazzo Pontificio di Castel Gandolfo Papa Benedetto XVI salutava i fedeli. Per l’ultima volta dalla piazza del nostro borgo stava andando in onda un’udienza papale e gli occhi del mondo erano puntati su quella finestra. Nel decimo anniversario da quella storica data, il Sindaco Alberto De Angelis ha rilasciato un’intervista per RTV Slovenija per raccontare come è cambiata la città di Castel Gandolfo, da paese di fedeli e pellegrini a paese a vocazione turistica.

“Dieci anni fa ci trovammo di fronte a una storica decisione che cambiò le sorti della Chiesa Cattolica, le dimissioni di Ratzinger. A quella decisione si legò anche il destino della nostra città, come da tradizione sempre connessa con le vicende papali. Da meta di pellegrinaggio per i fedeli cristiani che venivano ad ascoltare le parole dei pontefici nelle loro udienze in piazza, siamo oggi una meta turistica rinomata”, commenta il Sindaco Alberto De Angelis di fronte alle telecamere del programma di politica estera “Globus” che andrà in onda martedì 14 marzo nel primo canale della Televisione slovena su uno speciale dedicato ai 10 anni del pontificato di Papa Francesco.

Alle ore 20 di quel 28 febbraio del 2013 le guardie svizzere si ritirarono e chiusero simbolicamente il portone del Palazzo di Castel Gandolfo mentre dalla piazza si levò “Viva il Papà”. Il 13 marzo di dieci anni fa salì al soglio pontificio Papa Francesco che, nel suo nuovo approccio, portò un significativo cambiamento anche a Castel Gandolfo. “Eravamo abituati ad avere come vicino di casa il Santo Padre - racconta Stefano Carosi, proprietario del Bar Carosi intervistato insieme al Sindaco - e quando lui era qui si creava un’atmosfera particolare. Ricordo con piacere i grandi ospiti illustri che sono venuti in visita ai Papi dai Presidenti e Capi di Stato del mondo, squadre di calcio o grandi direttori d’orchestra. Oggi il nostro paese si è trasformato grazie all’apertura del museo voluta da Papa Francesco, ma sentiamo la mancanza del Papa”. “La sera, guardando la piazza, ci manca vedere la luce accesa delle Guardie Svizzere al portone, poter partecipare la messa del Papa, ci manca un po’ di quella spiritualità”, ha aggiunto Maurizio Carosi altro storico concittadino e commerciante dell’emporio ed enoteca piazza.

Nel 2016 è arrivata la decisione di Papa Francesco di aprire al pubblico le affascinanti bellezze custodite nei giardini e nel Palazzo di Castel Gandolfo inserendole nel percorso dei Musei Vaticani. “Castel Gandolfo - ha proseguito il Sindaco - è stata sempre stata la residenza estiva dei papi e le vicende della nostra comunità sono profondamente legate a quelle dei pontefici che qui hanno soggiornato per lunghi o brevi periodi. Penso per esempio ai concittadini che, nel periodo della guerra, sono nati sul letto del Pontefice, poiché Pio XII aprì le porte della sua camera da letto alle mamme in cinta per offrire loro un luogo sicuro dove partorire. Oppure ai doni che portavamo al Papa durante il periodo delle sue vacanze estive, dalle pesche per la Sagra ai dolci offerti dai cittadini. E spesso non mancava vedere qualche Papa che usciva sulla piazza per arrivare nei bar. Noi castellani abbiamo avuto la grande fortuna di sentire e vivere la vicinanza del Papa, come quella di un nostro familiare illustre. Per questo inizialmente restammo spiazzati dalla decisione di Papa Francesco di non soggiornare più qui a Castel Gandolfo. Venivamo dalle parole di Benedetto XVI che disse di essersi sempre sentito a casa qui, tra le bellezze del mare, del lago e della montagna, circondato dall’affetto della "gente buona” e la scelta di Papa Bergoglio fu vissuta come se fosse una grande perdita. Ma poi nel 2016 abbiamo capito che poteva essere una nuova opportunità per questa città. Con l’apertura del Museo e l’inaugurazione del treno santo che ogni sabato porta più di 200 turisti in vista qui al Palazzo e ai giardini siamo diventati una meta turistica molto frequentata. E in questo sono stati molto bravi anche i nostri concittadini e proprietari delle varie attività commerciali presenti nel centro storico. Sono stati resilienti e hanno affiancato alla tradizionale vendita di oggetti e souvenir religiosi anche nuovi prodotti e servizi rivolti a un nuovo turismo, dai visitatori che sbarcano dalle crociere a Civitavecchia, al turismo lento dei camminatori sulla Via Francigena del Sud e sul Cammino Naturale dei Parchi, passando per il turismo di prossimità che sceglie il nostro lago e le nostre spiagge per un po’ di relax e fare gli sport d’acqua. E in questo è cambiata anche la risposta che stiamo dando come amministrazione, mettendo in campo una serie di iniziative per l’accoglienza. Dai 18 punti di ricarica dei veicoli elettrici per incentivare anche la mobilità sostenibile al bus con Schiaffini e Trenitalia per avere un collegamento quotidiano e diretto tra la stazione, il borgo e il lago. Ma in questo senso stanno andando anche una serie di novità che a breve inaugureremo”, ha concluso il sindaco.