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I piatti di Castel Gandolfo

Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo

In mostra fino al 7 gennaio 2020 

Piatti di RaffaelloI Piatti di Castel Gandolfo tornano a Castel Gandolfo! Sulla scia della mostra allestita lo scorso anno in Pinacoteca Vaticana, in attesa della loro esposizione permanente nei Musei del Papa, i 34 preziosi piatti in ceramica istoriata della Collezione Carpegna tornano fino al 7 gennaio 2020 a rivelarsi al grande pubblico negli spazi simbolici del Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo come anteprima dell'Anno Sanzio con cui si celebreranno nel 2020 i cinquecento anni dalla morte di Raffaello Sanzio.

La scelta della sede di Castel Gandolfo non è casuale poiché già nel 1743 ne è attestata la loro presenza. Il committente dei piatti è ignoto, ma sappiamo che nel Seicento si trovavano nel Museo Kircheriano al Collegio Romano. La collezione fu acquistata qualche decennio dopo dal cardinale Gaspare Carpegna, collezionista d’arte e di reperti paleocristiani, e costituivano un elemento di curiosità nella sua casa aperta con liberalità agli ospiti che potevano osservarli incorniciati. Nel 1756 la collezione Carpegna fu acquistata da Papa Benedetto XIV e i piatti furono esposti brevemente al Quirinale, quindi nella residenza estiva di Castel Gandolfo. Presunte accuse di licenziosità per la presenza di alcuni nudi nelle raffigurazioni ispirate all’iconografia classica, convinsero il papa Leone XIII a vendere i piatti, in seguito riacquistati su pressione dell’opinione pubblica ai tempi della nascita dello Stato italiano. La serie fu poi acquisita nelle collezioni della Biblioteca Apostolica Vaticana, passate dal 1999 di competenza dei Musei Vaticani, che li hanno riportati a nuova vita grazie al sapiente restauro realizzato tra il 2017 e il 2018 nel Laboratorio Restauro Metalli e Ceramiche.

Questi manufatti per lungo tempo sono stati considerati in rapporto con la grande arte di Raffaello, che influì in maniera tanto profonda da orientare tutta la produzione artistica del tempo. “Non c’è dubbio che l’iconologia raffaellesca ha avuto tante declinazioni”, afferma il direttore dei Musei Vaticani Barbara Jatta, “le stampe, i disegni e i piatti - che circolavano anche più delle stampe - sono state un veicolo straordinario. In questo caso abbiamo una testimonianza altissima di produzione iconografica e raffinatissima di divulgazione dell’opera raffaellesca".

Vorrei vedere le Ville Pontificie – afferma Andrea Tamburelli, direttore delle Ville Pontificie di Castel Gandolfo – diventare un polo che possa unire all’aspetto turistico quello culturale, accogliendo sempre più mostre, convegni, incontri istituzionali ed eventi che rendano le Ville un luogo patrimonio della cultura e dell’umanità”.

L’esposizione è a cura di Maria Serlupi Crescenzi, responsabile del Reparto Arti Decorative dei Musei Vaticani, con la collaborazione di Luca Pesante. L’accesso alla mostra è gratuito ed è incluso nel biglietto d’ingresso al Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo.